La ragazza senza paura 2 Ritrovarsi improvvisamente a gestire i propri soldi tutto da sola senza essersi mai sentita all’altezza, un cammino verso la consapevolezza di sé. Se è vero che la capacità di gestire le proprie risorse finanziarie aumenta l’autostima e la fiducia in sé stesse è vero anche il contrario: la mancanza di fiducia in sé stesse porta a non saperlo fare. Nel mio percorso lavorativo come Consulente Finanziario ho trovato spesso donne che si sono trovate in questa situazione. Emblematica è la storia di Paola, esempio illuminante di questa distorsione comportamentale e di quanto sia pericolosa e subdola, minando dalle fondamenta la possibilità di una vita serena: Paola, il nome è di fantasia, ha una vita come quella di molte di noi, una famiglia composta da due figli che frequentano l’università, un marito presente ed un lavoro come insegnante che la gratifica magnificamente. Pur provenendo da una famiglia benestante e avendo un discreto patrimonio proprio, Paola non si è mai occupata veramente né di gestire i propri soldi né tantomeno di partecipare alla gestione delle risorse familiari. Il marito ha tentato più volte di coinvolgerla, ma Paola proprio non ne ha mai voluto sapere, ha continuato a ripetersi: “io non ci capisco niente, non sono brava come mio marito, io non sono all’altezza, ho paura, non ho fiducia”. Paola non ha nessuna intenzione di impegnarsi per gestire autonomamente e con consapevolezza il proprio denaro. Ha un conto proprio, ma quel poco che ha fatto per gestire i propri soldi è su consiglio del marito e senza una vera partecipazione né un minimo approfondimento degli strumenti utilizzati. Continua a dirsi di non capirne nulla. Si sente in qualche modo inferiormente dotata in campo finanziario e va avanti così fino a quando un evento tragico ed improvviso la priva della presenza del marito, colonna portante, maggior portatore di reddito e detentore della sapienza finanziaria famigliare. Ecco la tempesta perfetta. Non sa letteralmente dove mettere le mani. Sembra surreale, ma è la realtà. A parte il suo personale patrimonio non ha idea né di quanti soldi ci siano né esattamente dove siano. Comincia una faticosa ricerca dei documenti, dei conti correnti: quanti sono? dove sono? E le assicurazioni? E gli investimenti? “Lo diceva mio padre che dovevo interessarmene”. Una grande confusione e la paura è tutto ciò che rimane. Mentre cerca tra documenti e file sparsi, quel momento di smarrimento finanziario è il punto di svolta per Paola. Capisce che è arrivato il tempo di sfidare la sua paura, si è guardata dentro e invece di cercare qualcun altro a cui delegare (un altro maschio di casa come suo fratello o suo cognato), ha deciso di prendere in mano la situazione e finalmente imparare a gestire i propri soldi. Per trovare tutti i conti attivi e sapere se lei o figli fossero beneficiari di polizze, è stata costretta a commissionare un investigatore preposto. Con duro lavoro e grande volontà ha rimesso in ordine i propri conti. Oggi, quando vado a trovarla e parliamo dei suoi risparmi, tira fuori il suo quaderno degli appunti, ascolta e prende nota di tutto e, cosa più importante, i suoi figli sono al corrente di ogni cosa. Ha imparato gestire i propri soldi. Paola ha il controllo della sua vita. Quella di Paola non è una storia isolata o un caso unico, ma la fotografia di quello che, a seguito di una vedovanza o di una separazione, capita spesso a noi donne che abbiamo quel rifiuto interiore ad affrontare questioni economiche. Non importa quanto abbiamo studiato e quanto acculturate siamo, abbiamo sempre quella vocina dentro che viene da lontano, dalle nostre madri, nonne, ave antiche, e che non ci fa sentire adeguate. Non è tanto la mancanza di conoscenza in sé, ma piuttosto la scarsa fiducia in noi stesse che ci porta a non volerci occupare di finanza e a non voler gestire i nostri soldi. La mancanza di conoscenza spesso si accompagna ed è figlia di questa scarsa fiducia. Uno studio di Anna Maria Lusardi, descritto nel suo articolo “donne e finanza: tre consigli contro la paura” (Linkedin, aprile 2021 https://www.linkedin.com/pulse/donne-e-finanza-tre-consigli-contro-la-paura-annamaria-lusardi/), parla proprio di questo. La Lusardi scrive: “Quanto pesa questa mancanza di fiducia delle donne? Tradotta in numeri, vale un terzo, ovvero un terzo della differenza di genere nella conoscenza finanziaria può essere attribuita alla mancanza di fiducia. Ma il risultato più importante di quello studio è che sia la fiducia che la conoscenza influenzano le scelte finanziarie”. I tre consigli della Lusardi contro la paura sono: “1. Il primo è di insegnare l’educazione finanziaria nella scuola […] 2. Secondo, si devono progettare programmi pensati per le donne, che tengano in considerazione le esigenze delle donne, incluso il loro timore verso i temi finanziari. 3. Terzo, occorre incoraggiare le donne a scrollarsi di dosso la paura.” Alcuni anni fa, nel 2018, in uno dei miei articoli (https://www.vediamocichiara.it/ragazza-senza-paura/) parlai esattamente di questa paura. Torniamo a Paola: la sua era una credenza limitante e le credenze limitanti come queste si superano con un duro lavoro su sé stesse, attraverso la ripetizione di affermazioni positive del tipo “sono adeguata”, “sono all’altezza”, “io posso” o come è successo a Paola attraverso uno shock. Ecco, non vogliamo che sia uno shock a metterci sulla strada della conoscenza di noi stesse, decidiamo di farlo prima. Allora ben venga l’educazione finanziaria nelle scuole e la conoscenza acquisita attraverso lo studio e l’esperienza, ma non basta! Va affiancato ad un cammino di presa di coscienza delle proprie potenzialità, un processo di riprogrammazione interiore per creare nuove sinapsi evolutive, così da liberarci dalla paura, dalla paura di non saper scegliere, dalla paura di sbagliare, dalla paura di non essere adeguate solo perché questa era la credenza comune, solo perché donne. Monica Bitelli