La ragazza senza paura 2 Economicamente più fragili, biologicamente più forti. “Fragilità economica, già detta così non mi piace: mi sento toccata nel mio orgoglio. Io sarei fragile? Io che con fierezza e fatica ho sempre affrontato le sfide della vita cercando la mia indipendenza sotto tutti gli aspetti, soprattutto quelli economici. Io non mi sento fragile, io mi sento forte. La parola fragilità se accompagnata a donna mi fa venire l’orticaria” Questa sono io, sono io che parlo. Questa è la mia voce, ma è anche la voce di tante altre donne che si sentono forti, che hanno faticato duramente per essere forti. “Forti”, così come ci vuole la società. Forti per poterci affermare lavorativamente, forti per essere madri, mogli, compagne, nonne e figlie, forti per lottare tutti i giorni da sempre per superare stereotipi di genere… È la voce di chi con queste premesse non accetta di accompagnarsi con un aggettivo che già da sé rappresenta uno stereotipo: “fragile”. Eppure, parlano i numeri: Gap salariale 12,7% in meno i guadagni per le donne in Europa (fonte Commissione Europea 2021: The gender pay gap situation in the EU ). Nello specifico In Italia questo gap diventa minimo nel settore pubblico, ma per le dipendenti del settore privato si traduce in guadagni percepiti di circa 8.000 € in meno annui su uno stipendio medio di 26.000 € per gli uomini e 18.000 € per le donne (fonte Sole 24ore, 8 Novembre 2023: Gender pay gap, nel privato le donne guadagnano quasi 8.000 € in meno rispetto agli uomini) e la situazione non migliora per le lavoratrici autonome per le quali si arriva ad un 33% (OECD 2024 Gender wage gap)Questa differenza è dovuta sia al gap salariale sia alle minor ore lavorate dalle donne che, ancor oggi, per la gran parte, quando lavorano lo fanno part-time. Invece spesso non lavorano: il divario di partecipazione al lavoro rispetto agli uomini è del 18% (fonte Sole 24ore, 12 Ottobre 2023: Donne pagate meno degli uomini? Ecco le risposte da Nobel). Entrano in gioco fattori come la maternità, la maggior propensione ad occuparsi delle cure parentali e via discorrendo… Quante volte lo abbiamo sentito? Fin qui anche un po’ scontato e retorico, lo sappiamo vero? Tutto ciò ha come conseguenza una minor capacità economica nel presente, cioè, minor capacità di produrre ricchezza e risparmio, quindi meno soldi messi da parte e minori contributi versati ai fini previdenziali che avranno un impatto sulla futura vita in pensione delle giovani lavoratrici. Di questo invece ne siamo consapevoli? A tale quadro, che già da solo è catastrofico, si aggiunge la differente aspettativa di vita: statisticamente le donne vivono circa 5 anni in più degli uomini, statistiche che variano da zona a zona del mondo ma che rimangono comunque sempre a favore di una maggior longevità femminile. Questo porta le donne, quando in coppia, a dover affrontare più spesso di un uomo una vedovanza con una capacità economica ridotta, sia perché il maggior portatore di reddito era il marito, del quale rimane un’esigua pensione di reversibilità, sia perché a causa di tutti i motivi sopra elencati, se hanno lavorato, si ritrovano comunque con pensioni più basse. Se invece non in coppia, hanno comunque versato meno contributi di un uomo e prodotto meno ricchezza, quindi mediamente più povere. Ovvero economicamente fragili. Non sono pensieri, non sono opinioni: sono numeri, sono dati. I dati si commentano, ma non si mettono in discussione. I dati sono freddi, ma evidenziano una situazione, raccontano la vita reale, sono espressione di una realtà. Dietro i dati ci sono persone, ci sono donne che hanno un volto, che hanno un nome. Nei dati ritrovo la storia delle mie clienti. La storia di Paola, la storia di Francesca, Claudia… la mia storia. Questi i motivi inequivocabili per cui oggi per come è strutturata la società il termine “fragile”, finanziariamente parlando, si accompagna con “donna”. Da un articolo dell’Ansa (https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/biotech/2022/07/15/uomini-meno-longevi-delle-donne-per-il-cromosoma-y_20dcbdb2-3857-4b7e-9abf-e350560dd419.html), che si rifà ad una ricerca pubblicata su Science nel Luglio 2022: “È il cromosoma Y uno dei principali colpevoli della minore longevità degli uomini rispetto alle donne: la sua perdita nel corso dell’invecchiamento, che si stima avvenga nel 40% dei settantenni, produce cicatrici sul muscolo del cuore […]”. Gli uomini posseggono un cromosoma Y ed un cromosoma X, le donne invece, che non possiedono il cromosoma Y ma due cromosomi X, non subiscono questo processo. In sintesi, le cause di questa fragilità economica sono da attribuirsi a due differenti aspetti: uno di natura socioculturale e uno di natura biologica. Mentre il primo possiamo azzerarlo nel tempo con un differente approccio culturale, il secondo possiamo solo compensarlo diventandone consapevoli a livello personale e attuando le giuste misure a livello legislativo. “io nasco con il cromosoma X, io sono biologicamente più forte, io sono forte, ma questo beffardamente è proprio uno degli aspetti che contribuisce a rendermi economicamente più fragile. Sono economicamente fragile, e devo esserne consapevole.” Monica Bitelli